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Disturbo Ossessivo Compulsivo

Differenti tipi di trattamento

Attualmente, in base a degli studi scientifici, gli unici trattamenti che sono risultati efficaci per la cura del disturbo ossessivo-compulsivo sono il trattamento farmacologico e la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, molte ricerche documentano l’effetto dei farmaci antidepressivi SSRI (o inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) e della clomipramina (antidepressivo triciclico). Gli studi sottolineano la sostanziale equivalenza terapeutica della clomipramina e degli SSRI nel trattamento del DOC, sebbene la pratica clinica mostri la superiorità della clomipramina, soprattutto se somministrata per via endovenosa.

Nonostante l’efficacia comprovata di questi farmaci è emerso, tuttavia, che circa il 30-40% delle persone non risponde positivamente a questo tipo di trattamento. Anche tra coloro che presentano dei miglioramenti sono poche le persone che riescono a non avere più sintomi con il solo trattamento farmacologico. Per questo motivo, sono state proposte numerose strategie farmacologiche, basate sull’utilizzo di basse dosi di neurolettici o la combinazione di due farmaci ad azione serotoninergica, che mirano a potenziare l’efficacia della terapia con i soli antidepressivi. Sono sconsigliate, invece, le benzodiazepine, cioè i cosiddetti tranquillanti, perché anche se danno una momentanea attenuazione dell’ansia creano assuefazione e dipendenza.

In conclusione, i farmaci da soli possono risultare non del tutto efficaci e, anche nel migliore dei casi, presentano un forte rischio di ricaduta.

Quando né la terapia cognitivo-comportamentale né il trattamento farmacologico hanno dato risultati soddisfacenti, si dice che la persona presenta un disturbo ossessivo-compulsivo resistente al trattamento; in questi casi può essere utile un ricovero in strutture specializzate. Un trattamento ben organizzato in regime di ricovero deve presentare le seguenti caratteristiche:

    • trattamento farmacologico intensivo secondo i più recenti protocolli d’intervento sul DOC resistente;
    • sedute intensive di psicoterapia cognitivo-comportamentale (almeno due a settimana);
    • quotidiano intervento di esposizione e prevenzione della risposta;
    • intervento educativo sui familiari del paziente;
    • intervento di prevenzione della ricaduta;
  • incontri periodici di controllo dopo la dimissione.

Il ricovero può essere consigliabile anche per chi presenta dei sintomi così gravi da impedire lo svolgimento delle normali attività di vita quotidiana, per chi è a rischio di suicidio, per chi ha scatti aggressivi quando si interviene per fargli interrompere dei rituali, per chi ha situazioni familiari particolarmente complesse o per chi ha un così forte timore di danneggiare gli altri che accetta cure sole se si sente rassicurato dalla presenza dei clinici.