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Anoressia nervosa

anoressia nervosa

Differenti tipi di trattamento

Per la cura dell’anoressia nervosa, come per quella degli altri disturbi del comportamento alimentare, si hanno a disposizione diversi tipi di trattamento ciascuno focalizzato su aspetti specifici del problema e su modalità peculiari di intervento.
Il trattamento farmacologico per l’anoressia nervosa mira soprattutto alla cura delle eventuali patologie psichiatriche associate (depressione maggiore, disturbo ossessivo-compulsivo) e a correggere le disfunzioni organiche conseguenti alla denutrizione.
Il trattamento psicoterapeutico ad orientamento sistemico-relazionale cerca di intervenire sul problema attraverso la modificazione delle relazioni familiari problematiche all’interno del sistema familiare; esso presuppone, dunque, che sia la famiglia ad essere sottoposta al trattamento.
Alcuni trattamenti, come quello cognitivo-comportamentale, prevedono, anche, un counselling dietetico-nutrizionale che, attraverso il monitoraggio quotidiano dell’alimentazione (si utilizza un diario alimentare dove la persona annota cosa ha mangiato durante il giorno), permette di modificare le abitudini nutrizionali scorrette.
In casi di denutrizione molto grave è necessario il ricovero ospedaliero.

Il trattamento cognitivo-comportamentale

Il trattamento cognitivo-comportamentale per la cura della anoressia nervosa, come per gli altri disturbi alimentari, prevede un lavoro congiunto da parte di più figure specialistiche che lavorano in équipe: il dietista-nutrizionista, lo psicoterapeuta e lo psichiatra.
La terapia cognitivo-comportamentale mira a modificare l’idea che il peso e le forme corporee costituiscono l’unico o il principale fattore in base al quale stimare il proprio valore personale. Lo scopo di questo tipo di trattamento è quello di aiutare chi soffre di un disturbo dell’alimentazione a imparare a gestire il proprio sintomo, a sostituirlo con comportamenti più adeguati e soddisfacenti e a identificare e modificare alcune modalità di pensiero problematiche che favoriscono il mantenimento della patologia alimentare.
Il trattamento prevede tre fasi per una durata complessiva di almeno un anno. La prima fase è finalizzata a normalizzare il peso e ad abbandonare i comportamenti di controllo del peso; la seconda fase tende a migliorare l’immagine corporea, la valutazione di sé e i rapporti interpersonali; la terza prevede l’applicazione di procedure finalizzate a prevenire le ricadute, a mantenere i risultati raggiunti durante il trattamento e a preparare la fine della terapia.

Nei casi in cui la valutazione diagnostica fornisca evidenze a favore di una doppia iagnosi (es. disturbo di personalità e disturbo del comportamento alimentare), dopo la normalizzazione del peso, è prevista una prima fase di intervento ampiamente incentrata sul trattamento del disturbo di personalità.
Il trattamento del disturbo del comportamento alimentare può prevedere l’attivazione di un progetto terapeutico così articolato:

    • colloqui di valutazione diagnostica;
    • terapia cognitivo-comportamentale individuale;
    • gruppi psicoterapeutici su aspetti specifici della patologia (diario alimentare, perfezionismo, bassa autostima, intolleranza alle emozioni);
    • terapia farmacologica;
    • consultazioni psicologiche a familiari del paziente;
    • sostegno psicologico alle famiglie in caso di ospedalizzazione del paziente;
    • colloqui ed esami di follow-up per la valutazione del trattamento e la ri-definizione del piano di intervento;
    • collaborazione con dietisti e nutrizionisti;
  • eventuale invio presso strutture di ricovero pubbliche o private.