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DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO

Col termine disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) ci si riferisce ad un gruppo eterogeneo di disturbi consistenti in significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica. I disturbi specifici di apprendimento si verificano in soggetti che hanno intelligenza nella norma, con caratteristiche fisiche e mentali nella norma. Possono coesistere col disturbo specifico di apprendimento problemi nei comportamenti di autoregolazione, nella percezione sociale e nell’interazione sociale, ma questi non costituiscono di per sé un disturbo specifico dell’apprendimento.
Nella categoria dei disturbi specifici dell’apprendimento rientrano: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.

Disturbo specifico di lettura (dislessia evolutiva)
La caratteristica fondamentale del Disturbo della Lettura è data dal fatto che il livello di capacità che il soggetto ha raggiunto (precisione, velocità o comprensione della lettura misurate da test standardizzati) si situa sostanzialmente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometria dell’intelligenza e un’istruzione adeguata all’età. Il Disturbo della Lettura interferisce notevolmente con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura. Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nella lettura vanno al di là di quelle di solito associate con esso. Nei soggetti con Disturbo della Lettura (che viene anche definito dislessia), la lettura orale è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni o omissioni; sia la lettura orale che quella a mente sono caratterizzate da lentezza ed errori di comprensione (APA, 2000).
Si distinguono 2 tipi di dislessia:
evolutiva: di natura genetica emerge sin dalle prime fasi dell’apprendimento scolastico e tende a manifestarsi in modo diverso a seconda delle fasi dello sviluppo;
acquisita: solitamente presente in adulti che a seguito di lesioni cerebrali perdono, del tutto o in parte, la capacità di leggere correttamente.

Disturbo specifico di scrittura (disortografia e disgrafia)
Disortografia
La disortografia consiste in una difficoltà nel realizzare il passaggio dal codice fonetico a quello grafemico. In altri termini, il bambino disortografico non è lo studente che non conosce le regole ma che nel tradurre in forma scritta il linguaggio parlato commette un numero eccessivo di errori, specialmente sotto dettatura, rispetto ai compagni della propria età/classe.
Disgrafia
La disgrafia è un disturbo a carico della componente grafica della scrittura: nello specifico, la qualità, intesa come leggibilità dei grafemi, e l’efficienza, intesa come velocità di scrittura, risultano compromesse. In altri termini, la calligrafia dei bambini disgrafici risulta difficilmente comprensibile. Inoltre può emergere una significativa lentezza nella scrittura riconducibile ad una scarsa coordinazione motoria.

Disturbi specifici del calcolo (discalculia)
La caratteristica principale del Disturbo del Calcolo e’ una capacità di calcolo (misurata con test standardizzati somministrati individualmente sul calcolo o sul ragionamento matematico) che si situa sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza, e a un’istruzione adeguata all’età. Il Disturbo del Calcolo interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di calcolo. Se e’ presente un deficit sensoriale, le difficoltà nelle capacità di calcolo vanno al di là di quelle di solito associate con esso: se sono presenti una condizione neurologica o un’altra condizione medica generale oppure un deficit sensoriale (APA, 2000).

Intervento sui disturbi specifici dell’apprendimento
Interventi a 360 gradi prevedono l’impiego di conoscenze legate a figure professionali diverse (psicologo, neuropsichiatra, pedagogista, logopedista) e richiedono la collaborazione/interazione “alunno-famiglia-scuola-esperto”. Sin dalla scuola dell’infanzia è possibile attuare degli interventi preventivi rivolti a tutti gli alunni allo scopo di potenziare i prerequisiti. Bisogna garantire un approccio scientifico al caso: valutazione, diagnosi e l’applicazione di un trattamento centrato sui punti di forza e debolezza del bambino sono passaggi fondamentali per auspicare un miglioramento nello sviluppo delle competenze compromesse dal disturbo ed evitare possibili ripercussioni negative a livello emotivo.

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