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Bulimia nervosa

bulimia nervosa

Differenti tipi di trattamento

Per il trattamento della bulimia nervosa, come per quello degli altri disturbi del comportamento alimentare, si hanno a disposizione più tipi di trattamento, ciascuno focalizzato su aspetti specifici del problema e su modalità peculiari di intervento.
Il trattamento farmacologico prevede la somministrazione di composti efficaci nel controllo delle abbuffate, tra cui: fluoxetina, fluvoxamina, paroxetina, sertralina e citalopram.
Il trattamento psicoterapeutico ad orientamento sistemico-relazionale cerca di intervenire sul problema attraverso la modificazione delle relazioni familiari problematiche all’interno del sistema familiare; esso presuppone, dunque, che sia la famiglia ad essere sottoposta al trattamento.
Una forma semplificata di terapia cognitivo-comportamentale, l’auto-aiuto con i manuali, inoltre, si è riscontrato utile nelle forme più lievi di bulimia nervosa; può essere utilizzato senza l’aiuto del terapeuta o con l’aiuto di un terapeuta, anche se non specializzato in questo tipo di problemi.
Alcuni trattamenti, come quello cognitivo-comportamentale, prevedono, anche, un counselling dietetico-nutrizionale che, attraverso il monitoraggio quotidiano dell’alimentazione (si utilizza un diario alimentare dove la persona annota cosa ha mangiato durante il giorno), permette di modificare le abitudini nutrizionali scorrette.

Il trattamento cognitivo-comportamentale

Il trattamento cognitivo-comportamentale per la cura della bulimia nervosa, come per gli altri disturbi alimentari, prevede un lavoro congiunto da parte di più figure specialistiche che lavorano in équipe: il dietista-nutrizionista, lo psicoterapeuta e lo psichiatra.
La terapia cognitivo-comportamentale mira a modificare l’idea che il peso e le forme corporee costituiscono l’unico o il principale fattore in base al quale stimare il proprio valore personale. Lo scopo di questo tipo di trattamento è quello di aiutare chi soffre di un disturbo dell’alimentazione a imparare a gestire il proprio sintomo, a sostituirlo con comportamenti più adeguati e soddisfacenti, e a identificare e modificare alcune modalità di pensiero problematiche che favoriscono il mantenimento della patologia alimentare.
Il trattamento prevede tre fasi per una durata complessiva di almeno un anno. La prima fase è finalizzata a normalizzare il peso e ad abbandonare i comportamenti di controllo del peso; la seconda fase tende a migliorare l’immagine corporea, la valutazione di sé e i rapporti interpersonali; la terza prevede l’applicazione di procedure finalizzate a prevenire le ricadute, a mantenere i risultati raggiunti durante il trattamento e a preparare la fine della terapia.

La terapia cognitivo-comportamentale per i disturbi dell’alimentazione risulta efficace dove non sono presenti disturbi psicologici di altra natura. Pertanto nei casi in cui la valutazione diagnostica fornisca evidenze a favore di una doppia diagnosi (es. disturbo di personalitàe disturbo del comportamento alimentare), è prevista una prima fase di intervento ampiamente incentrata sul trattamento del disturbo di personalità.
Il trattamento del disturbo del comportamento alimentare può prevedere l’attivazione di un progetto terapeutico così articolato:

  • colloqui di valutazione diagnostica;
  • terapia cognitivo-comportamentale individuale;
  • gruppi psicoterapeutici su aspetti specifici della patologia (diario alimentare, perfezionismo, bassa autostima, intolleranza alle emozioni);
  • terapia farmacologica;
  • consultazioni psicologiche a familiari del paziente;
  • sostegno psicologico alle famiglie in caso di ospedalizzazione del paziente;
  • colloqui ed esami di follow-up per la valutazione del trattamento e la ri-definizione del piano di intervento;
  • collaborazione con dietisti e nutrizionisti;
  • eventuale invio presso strutture di ricovero pubbliche o private.